
Bernard Plossu
Roma 1979-2009
Fotografia
2019, Softcover, Italian
20x29 cm, 320 pages
Co-published with Filigranes Editions
ISBN: 9788898391974
€ 45,00
«Roma non è una città reale in un presente in tempo reale. È una città palinsesto dove il passato scaturisce dolcemente dal presente, dove l’immaginario cinematografico si sovrappone costantemente alla realtà visibile. Questo la rende la città ideale per Bernard Plossu. Ha sempre saputo che la fotografia non è fatta per registrare stupidamente il puro presente. Sa che il suo sguardo è abitato, in silenzio, da immagini del passato che infondono la sua visione del presente: quelle dei film che lo hanno colpito, nel senso fotografico del termine, nella sua giovinezza da cinefilo appassionato.
Roma è una città cinema. I turisti che visitano i grandi monumenti, con la guida in mano, non ne capiranno mai l’essenza. Il modo migliore per preparare un viaggio a Roma è guardare film di Rossellini, De Sica, Fellini, Pasolini, Moretti, ecc. Le foto di Bernard Plossu non sono mai citazioni di questi film, e ancora meno copie. Sono solo abitate da queste immagini mentali che lo accompagnano nelle sue passeggiate romane come un basso continuo.
A Roma trova un clima in cui si sente a casa, dove può vivere la realtà come un sogno cinematografico: nel grigiore e nella pioggia, come in De Sica, così come nel contrasto delle strade tagliate in due tra ombra e sole, come in Rossellini o Pasolini. Sa che la natura a Roma è anche nel cuore della città, che gli alberi lo attendono ovunque, e che può camminare lungo le rive del Tevere in cui Pasolini fece tuffare il solare Accattone dal ponte Sant’Angelo.» — Alain Bergala
Bernard Plossu
(Dalat, Vietnam, 1945) Inizia a fotografare a tredici anni durante un viaggio con il padre nel deserto del Sahara. Studia filosofia all’Università di Parigi e termina gli studi all’American University di Mexico City. Nel 1966 partecipa in qualità di photoreporter alla spedizione di un gruppo di etnologi inglesi nella giungla del Chiapas (Messico) e realizza una serie di fotografie diventate leggendarie e raggruppate in un libro intitolato Le voyage mexicain (Contrejour, Parigi, 1979). Le immagini di quei luoghi sono raccolte da occhi in perenne movimento: dagli autobus, dai treni, da vecchie camionette. L’uso del “mosso” resta una tecnica che caratterizzerà l’intera opera di Plossu. Il corpus più sostanzioso del suo lavoro è costituito da reportage di viaggio; globe-trotter per indole naturale nell’arco di pochi anni si muove tra India, Alpi francesi, Senegal, Egitto, New Mexico, Italia e Nigeria, dove incontra e ritrae la tribù nomade dei Peul Bororo. Nel 1988 viene celebrato da una retrospettiva al Centre Pompidou di Parigi e vince il Grand Prix de la Photographie in Francia. Le sue fotografie sono state esposte nei più grandi musei del mondo e sono presenti in tutte le collezioni pubbliche e private.
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