Giovanni Chiaramonte

Salvare l'ora

afterword by Umberto Fiori

Fotografia
2018, Hardcover, Italian
16x22 cm, 236 pages, 1000 copies
ISBN: 9788898391820

€ 35,00
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Sinossi

Gli haiku e le immagini di Salvare l’ora nascono da due periodi di malattie apparentemente senza speranza: si pongono come tracce leggere della presenza divina nascosta all’interno di ogni forma e figura che splende nel mondo.

«Con la loro misura metrica, le poesie di Salvare l’ora rinviano alla forma giapponese dell’haiku. In questi brevissimi componimenti di Chiaramonte, a prevalere è la riflessione, la meditazione in forma di aforisma. I termini ricorrenti sono tempo, spazio, universo, abisso, nulla, Dio, infinito, silenzio. E poi ancora cuore, anima, ombra, pensiero, respiro, luce. E, naturalmente, sguardo. Qui si ha l’impressione di avere di fronte un’esposizione lampante della poetica del fotografo. Lo sguardo non è passiva ricezione dei dati del mondo, loro fredda registrazione: lo sguardo chiama, è una voce. A poco a poco, nella raccolta, affiorano (come nell’haiku giapponese) le parvenze del mondo: ecco la pioggia, le nuvole, l’azzurro, la neve, un sentiero, degli alberi, un gelsomino, un merlo (unica presenza animale), case, vetri, gocce, asfalto, brezza, mare, sabbia, conchiglie… Ma noi ora sappiamo, sentiamo, che queste figure nascono dall’ascolto che l’infinito dà allo sguardo. Come nella fotografia di Giovanni. Qui però il visibile – il visibilio – ha trovato una lingua; la voce dello sguardo parla italiano. È come se Chiaramonte ci rivelasse la parola che tace al fondo delle sue immagini. Una parola che chiama, che invoca, che si sporge oltre se stessa, cercando il proprio limite. Cosa c’è, oltre quel limite?» — Umberto Fiori

Allegati
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Giovanni Chiaramonte
Nato nel 1948 a Varese da genitori di Gela, Giovanni Chiaramonte comincia a fotografare alla fine degli anni Sessanta, operando per la ripresa della forma figurativa, seguita alla stagione astratta e informale di certe tendenze della Pop-Art e dell’Arte Concettuale del XX secolo. L’immagine di Chiaramonte ha come tema principale il rapporto tra luogo e destino nella civiltà occidentale, nel segno dell’infinito che si apre nel tempo istantaneo proprio della fotografia. Tra le sue opere: Giardini e paesaggi, 1983; Terra del ritorno, 1989; Penisola delle figure, 1993; Westwards, 1996-2014; Milano_Cerchi della città di mezzo, 2000; Frammenti dalla Rocca_Cefalù, 2002; Dolce è la luce, 2003; Come un enigma_Venezia, 2006; Nascosto in prospettiva, 2007; In Berlin, 2009; L’altro_Nei volti nei luoghi, 2010-11; E.I.A.E._Et In Arcadia Ego, 2012; Interno perduto, 2012; Piccola creazione, 2013; Jerusalem_Figure della promessa, 2014; La misura dell’Occidente, con Alvaro Siza, 2015-2018; Evolving European City con Giuseppe Marinoni, 2015; Ultima Sicilia, 2016; Salvare l’ora, 2018; Verso Gerusalemme, 2019. Dal 1974 ha esposto in mostre personali e collettive in Europa e in America, alla Triennale di Milano nel 2000, 2009, 2011 e alla Biennale di Venezia nel 1992, 1993, 1997, 2004, 2013. Ha fondato e diretto collane di fotografia per diversi editori italiani, pubblicando in oltre 100 volumi i più importanti maestri della fotografia del XX secolo. Nel 2005 l’Università di Palermo gli conferisce la Laurea honoris causa in Architettura. Nel 2010 è presente all’Expo di Shangai con Nascosto in prospettiva. Nel 2021 viene nominato Benemerito dell’Accademia di San Luca. Insegna Storia e Teoria della Fotografia alla Libera Università IULM in Milano.