
Silvia Camporesi
Domestica
2020, Hardcover
Bilingual: English / Italian
24x17 cm, 80 pages, 500 copies
ISBN: 9788831363204
€ 30,00
Domestica è un racconto fotografico ambientato fra le pareti di casa, nato durante i giorni del lockdown. Giorni in cui l’autrice ha utilizzato il suo occhio ammantato di poesia e fantasia per tenere allenato lo sguardo e riuscire ad avere, attraverso il gioco, un dialogo giornaliero rasserenante con le sue figlie. Il risultato è prezioso e originale.
«È notte, è giorno, non so più che giorno è. Ho fatto dei segni sul pavimento con il nastro adesivo, per suggerire alle bambine che lo spazio può essere qualcosa che si estende nella mente, che va oltre i suoi limiti fisici, così abbiamo saltato tutto il giorno da un confine all’altro, cercando isole inventate e immaginando sotto ai nostri piedi enormi squali. [] È passato un altro giorno, un’altra settimana, l’agenda non la apro nemmeno più, oggi ci affacciamo agli oblò della porta che dà sul giardino e ci sembra di essere dentro ad una nave. [] Prima di preparare la spremuta fotografo le arance tagliate e Giuni mi dice che le arance si mangiano, non si fotografano. È una frase che mi colpisce perché apre un vortice ontologico sull’essenza del fotografare. Ma poi penso che non sia il momento di decidere cosa valga la pena “far rimanere”, è più importante il fare, devo arrivare a sera con almeno una buona fotografia, questo è il mio compito quotidiano. Se non mi do ogni giorno questo obiettivo rischio di impazzire. Per quanto grande sia la casa, mi sembra di essere sempre sulla stessa mattonella, guardare l’orologio è diventato un gesto compulsivo, perché il tempo non scorre ad una velocità normale. [] Inganno il tempo disponendo i residui del pranzo sul piatto, a forma di sorriso. Questa storia di vedere le cose oltre la loro destinazione d’uso è diventata una consuetudine, ho trasformato un sasso nel viso di una bambola kabuki, uno spray sgrassante nel muso di uno strano animale, il retro di una padella in un volto che ricorda Odilon Redon. La verità è che ho paura e non posso scappare. Cerco rifugio nei segni, nelle linee, nelle fughe delle piastrelle, nelle parole crociate, nei numeri primi, nelle moltiplicazioni. Ho sempre pensato che l’applicazione della matematica fosse una valida alternativa ad una terapia psicologica.» — Silvia Camporesi
Silvia Camporesi
Laureata in filosofia, attraverso i linguaggi della fotografia e del video costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. Negli ultimi anni la sua ricerca è dedicata al paesaggio italiano. Dal 2004 ha tenuto le seguenti personali in Italia: Dance dance dance (MAR di Ravenna, 2007); Planasia (Festival di Fotografia Europea di Reggio Emilia, 2014); Genius Loci (MAC di Lissone, 2017). Tra le personali tenute all’estero si ricordano: À perte de vue (Chambre Blanche, Quebec, 2011); 2112 (Saint James Cavalier, Valletta, 2013); Atlas Italiae (Abbaye de Neumünster, Lussemburgo, 2015; Art Musing, Mumbai, 2017. Fra le collettive ha partecipato a: Italian camera (Isola di San Servolo, Venezia, 2005); Con gli occhi, con la testa, col cuore (MART di Rovereto, 2012); Italia inside out (Palazzo della Ragione, Milano, 2015); Extraordinary visions (MAXXI, Roma, 2016; Kolkata Centre, Calcutta, 2019); The Quest for Happiness (Serlachius Museum, Mänttä, Finlandia, 2019-2020); Italia in-attesa.. Nel 2007 ha vinto il Premio Celeste per la fotografia; nel 2008 è fra i finalisti del Talent Prize e nel 2010 del Premio Terna. Ha vinto il premio Francesco Fabbri per la fotografia nel 2013, il premio Rotary di Artefiera 2015, il Premio BNL 2016 e il Premio Cantica21 nel 2021. Ha pubblicato sette libri. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra le quali: MAXXI, ICCD, Collezione Farnesina; MART, Rovereto; MAC Lissone, Gruppo BNL, Milano.
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