(Bologna, 1926) Tra i più autorevoli e multiformi ricercatori italiani nel campo della fotografia. Dal 1948 svolge uno dei percorsi più diramati e interessanti della cultura d’immagine europea. Gli inizi appaiono diversi tra fotografia neorealista con una particolare idea di racconto in sequenza e una sperimentazione sui materiali del tutto originale e inedita. Le ossidazioni, i Pirogrammi dei tardi anni Quaranta sono opere che non hanno confronti nel panorama della fotografia mondiale, sono comprensibili solo se letti all’interno del versante più avanzato dell’informale europeo, da Wols a Tàpies a Burri, con esiti spesso in anticipo sui più conosciuti episodi pittorici. Dalla fine degli anni Sessanta il suo lavoro assume valenze concettuali ed è questa la direzione che negli anni successivi tende a prevalere. Nino Migliori è l’autore che meglio rappresenta la straordinaria avventura della fotografia che, da strumento documentario, assume valori e contenuti legati all’arte, alla sperimentazione e al gioco. Oggi si considera Migliori come un vero architetto della visione. Ogni sua produzione è frutto di un progetto preciso sul potere della visione, tema, questo, che ha caratterizzato tutta la sua produzione. Sue opere sono conservate in importanti collezioni private e pubbliche tra le quali CSAC - Parma, Galleria d’Arte Moderna - Torino; Galleria d’Arte Moderna - Bologna; Museo d’Arte Contemporanea Pecci - Prato; Galleria d’Arte Moderna - Roma; Bibliotèque National - Parigi; Musée Reattu - Arles; Museo di Praga; Museum of Modern Art - New York; Museum of fine Arts - Houston; Museum of Fine Arts - Boston; Polaroid International Museum - U.S.A.